STRATI D'ARTE GALLERY

ARCHIVIO MOSTRE

“Hannu Palosuo con il progetto mostra del ciclo “Nobody promised us tomorrow – Nessuno ci ha promesso il domani” crea storie e personaggi senza volto o non-volto, che diventano un’immagine universale, senza tempo ma con un domani prossimo, dandoci un profondo spunto sulla memoria stessa. La figura permette l’immedesimazione dell’intera umanità, la sua dolcezza e la fugacità della vita. Le pennellate, combinate con palette di vari colori che virano dal beige e ocra, al blu e nero con musicalità, ci raccontano emozioni. Questi personaggi ora universali mostrano una facciata del mondo di tutti i giorni, con momenti di condivisione che ciascuno di noi si ritaglia tra mille impegni: potrebbero essere chiunque, come noi. Uno, nessuno, centomila, o noi stessi? Direi una persona che in latino, miratamente, significa “maschera”. Una mostra che ci dona meditazione nel suo racconto, ascoltiamola…”

Le opere d’arte qui in mostra, descrive la curatrice, ci riconducono ad un passato presente, personaggi dal mondo, con una maestria di tecnica ad olio della mano attenta di Daniela Papadia; l’Umanità che si trova nel suo elemento primordiale. Personaggi che si sentono bene e ci rimandano alla ritrovata serenità. Troviamo in queste opere quell’umanità originaria: una donna che regge un bicchiere d’acqua, persone che giocano a scacchi, un bimbo sul monopattino insieme a bagnanti, tutti condividono gli stessi momenti all’interno e nel profondo blu…. La grande Madre, di cui fa parte anche l’opera Under Your Breath, composta da molteplici elementi oltre alle tele di varie dimensioni, è esposta insieme la videoinstallazione, in cui i personaggi prendono vita: Il video girato interamente sott’acqua e progettato in collaborazione ad esperti apneisti, ha vinto il Magmart, l’International Video Art Festival del CAM di Casoria nel 2010.”

La mostra che presentiamo è una celebrazione della vita, per riappropriarci di noi attraverso l’estetica della bellezza e contemporaneamente di evocarla con delicatezza e sapienza radicata nel presente dagli artisti contemporanei. Così si presenta la mostra dal titolo: “Humans through Nature”.

Artisti: Gianluca Capozzi, Antonia Covarrubias Noé, Duilio Ersilioni, Lucia Rosa Motta, Monica Sarandrea

 

La natura in dialogo con l’umano toccando quelle forme estetiche con grande sensibilità.
Oggi in mostra presentiamo lavori che rappresentano la cristallizzazione della memoria comune, della percezione di luoghi e sensazioni comuni a tutti, e che stanno svanendo, travolti dal mondo Antropocene sempre più presente. Le opere come una benvenuta memoria collettiva. In particolare, le opere d’arte in mostra proseguono tradizioni millenarie: indizio di una civiltà che ama se stessa e non si svende.

Doppia personale di fotografia internazionale autoriale di Nicholas Viviani e di Ofer MizraChi, dal titolo “Dream over Dream”. La storia dell’arte ha documentato che le opere hanno due autori: l’artista e il suo contesto. Qui si propone una storia incrociata attraverso la scoperta tra le venti opere fotografiche realizzate su Hahnemuehle Daguerre museali dalla mano attenta dell’artista Israeliano: Ofer Mizrachi con opere su tela; e dell’artista lombardo: Nicholas Viviani con opere su carta cotone.  Fotografie in un continuo dialogo: un omaggio ai nuovi ecosistemi, tra città e natura. L’opera di Nicholas Viviani è dotata di una forte connotazione ritmica, ci affascina ammirare i pigmenti pop di inchiostro stampati su carta di cotone. Sagome che sembrano accarezzare le carte che vengono realizzate minuziosamente dall’artista, che sceglie questo processo classico ed autentico con la modernità del suo sguardo attendo.  L’arte di Ofer Mizrachi guarda il mondo ambientale e lo racconta in fotografia. La natura del nostro tempo attraverso immagini astratte meravigliose in un dialogo continuo, tutte realizzate nei dintorni di Gerusalemme, trasmettono pace e contemplazione filosofica. Un lavoro di documentazione ambientale incomparabile e dettagliato: visioni macro dai colori primordiali create, anche lui in modo autoriale.

Mostra personale di Fabio Ferrone Viola, artista famoso nel panorama artistico italiano e internazionale. Finalizza la sua opera all’immanenza, mettendo anima e corpo e creando così una mostra dal titolo: “Love is all you need” parafrasando il famoso testo della canzone di Lennon-McCartney e mettendo in visione la propria genialità contaminata dal mondo che ci circonda. 

In questa mostra la consacrazione dell’artista Fabio Ferrone Viola è piena d’amore, di passione ma soprattutto direi di libertà intellettuale e culturale. Un sano confronto della propria creatività col il quale l’artista si misura simbioticamente. La sua firma artistica e la sua arte sono riconoscibili tra gli amanti della cultura sia in Italia che all’estero, ma soprattutto tra la gente comune che negli anni ha potuto ammirare le sue opere d’arte che ibrida tra il “pop” e “l’urbano” come Jasper Johns, Andy Warhol e Robert Rauschenberg suoi ispiratori. Arte creata con materiali comuni, riutilizzati e mai scontata, con un occhio all’ecologia, che influenza il suo stile e la sua ricerca, con un tecnicismo difficilmente riproducibile, unico e riconoscibile. 

 

Apre a Roma, sabato 11 marzo 2023 alle ore 18, presso la Strati d’Arte Gallery, la mostra personale “Walking on Signs” di Mistral FDB, a cura di Sveva Manfredi Zavaglia, fino al 30 marzo 2023.

Entriamo in silenzio a piccoli passi nella mostra, un nuovo spazio-tempo oltre la pittura stessa. Subito ci troviamo in simbiosi e a nostro agio attraversando i suoi racconti visivi. Si ammira l’armonia delle sue opere che vive attraverso le sue tele tra colori ad olio, pennelli, spatole: tutto è sintonia attraverso graffi e segni in una chiara ricerca sui segreti cifrati della femminilità. 

L’artista  Mistral calabrese Francesca De Bartolo, vive e lavora a Roma. La sua passione per l’arte arriva sin da piccolissima, con due lauree in Pittura e Scultura Ambientale e Monumentale presso l’Aba di CZ. Insegna Discipline Pittoriche e Storia dell’Arte a Roma. Dal 1997, ha realizzato mostre in Italia e all’estero. Fonda un’associazione e fa nascere una scuola privata professionale d’arte per ragazzi e adulti. Vince l’appalto pubblico a Lamezia Terme per l’Atelier d’artista nel Palazzo delle Arti. Critici e riviste d’arte internazionali hanno scritto saggi e note sul suo lavoro. Le sue opere fanno parte di varie collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero, come l’opera Santissima Trinità commissionata per la Cattedrale dei Marsi ad Avezzano. 

Giovedì 13 aprile alle ore 18 .negli incantevoli spazi espositivi della Galleria romana Strati d’Arte, si apre la mostra In viaggio tra i mondi curata da Gina Ingrassia. Un’interessante selezione di opere, racconta il percorso artistico di Donata Piccioli accompagnando il visitatore in una vera e propria esperienza interiore, un affascinante viaggio tra i mondi – quello dell’artista in primis -, alla scoperta delle suggestioni che animano il suo universo, fatto di atmosfere oniriche, di simboli e archetipi, dove l’elemento acqua e il suo corrispondente femmineo giocano un ruolo di primo piano. I temi scelti sono attinti dalla mitologia, da un tessuto di antichi e potenti racconti, mentre le immagini sembrano fatte della stessa sostanza e materia dei sogni. Impalpabili e leggere, le sue figure fluttuano in una dimensione onirica, pescate da un immenso mare archetipico in cui è possibile immergersi e nuotare.

Donata Piccioli usa e padroneggia sapientemente il mezzo digitale che nelle sue abili e attente mani, e sostenuto dalla fantasia e dalla creatività in movimento, diventa strumento magico a uso e consumo di bellezza. Le opere, poi trasferite su tela, si impreziosiscono con il montaggio di cornici artigianali minuziosamente lavorate con inserti di materiali di varia natura, spesso di recupero cui viene donata una nuova vita. .

Presentiamo, qui in mostra, una nuova serie di opere, i nuovi arazzi miti e racconti con tracce di figurativo.  Gli Arazzi creati su fondo Oro (foglia d’oro su tela) che ricordano l’Era dell’Oro, trame di luce con tracce di figure storiche, un tuffo per ricordare con leggerezza e eleganza quei tempi passati, pieni di prosperità, felicità e tranquillità. Un ritorno al passato con immagini, per un futuro migliore pieno di speranze. È questa la nuova strada e la novità di Paolo Campagnolo, sta nell’ideologia artistica e nell’anticipazione che prende atto dell’antropocentrismo gestuale dell’opera e si situa in un orizzonte in cui le certezze vengono erose e sconvolte per poi essere pian piano ricomposte creando splendidi Arazzi di varie dimensioni, dai grandi di oltre il metro ai più piccolini di quaranta centrimetri, è tutto studiato nei minimi dettagli con naturalezza. La forma dei piccoli ritagli di tela e l’effettuo continuo della composizione è naturale, come dei piccoli fossili archeologici in una dimensione lirica, si muovono e non, in sequenza, privilegiando lo spirito concettuale articolato e minimalista dell’operazione pittorica. Questa luce è quella nuova energia che ci permette di vedere quell’oltre nell’immaginario. L’attualizzazione dell’artista sta nel ricostruire attentamente quell’attenzione appare all’occhio attento attraverso suggestioni spaziali quali raggi luminosi e vibrazioni dei pigmenti che compongono l’opera, tracce cromatiche, indeterminate e non, create da agenti corrosivi come lampi di coscienza liquidi.

L’artista, conosciuto nell’ambito artistico internazionale, ha creato una mostra dal titolo: Visual Antropology, un anteprima del suo libro monografico di cui avrà lo stesso titolo.
La consacrazione dell’artista Giuseppe Fucsia, a seguito delle sue mostre nel Lazio e dell’opera presente nella Collezione di Poste Italiane, arriva a Roma attraverso tanto studio, passione, azione e libertà intellettuale.
“Le opere del maestro Giuseppe Fucsia in mostra sono ritmo e gestualità in piena libertà nell’astrattismo espressionista che crea con sensazioni ed emozioni profonde mentali, emotive e visive del suo stile unico e della sua ricerca, con un altissimo tecnicismo, come afferma la curatrice. Negli ultimi quarant’anni si è dedicato alla propria ricerca antropologica raggiungendo un consenso generale con un’impronta dell’uso dei media visivi sempre avanti nel tempo. L’utilizzo delle varie tecniche con metodi etnografi contemporanei visivi come la pittura e i media in legame continuo. Le sue opere d’arte seguono temporalmente la sua ricerca e l’analisi del materiale. L’archeologo Steven Mithen definisce l’arte come un insieme di “artefatti o immagini con significati simbolici come mezzo di comunicazione”. Attraverso il suo potere comunicativo, infatti, l’arte di Fucsia ci insegna a seguire le tracce del nostro passato e le nostre radici come narrazione dell’esprimersi, del fare e del compiere, attualizzando ciò che esiste. In ogni intervento pittorico il maestro Fucsia ha potuto, nel tempo, trasportarci emozioni estetiche con un occhio soci-culturale d’avanguardia del momento e del reale, decostruendo schemi e ricreandoli propri, seguendo i cambiamenti sociali per farci riflettere sul nostro tempo che viene caratterizzato da continui grandi cambiamenti d’innovazione”.

Nell’antichità i greci usavano due termini diversi per definire il tempo: Chronos per indicare lo scorrere dei minuti e quindi la sua natura quantitativa e Kairos per indicarne la qualità, ovvero l’abilità di fare la cosa giusta al momento opportuno. Nel mondo odierno Chronos è sempre di più legato alla velocità, alla produttività ed efficienza. Non siamo più abituati a dare tempo al tempo, non c’è spazio per l’osservazione e la riflessione. Nel suo lavoro, Cronos, Maria Grazia Tata pone l’attenzione sulla necessità di avere un maggiore controllo dell’uso del tempo, che non va misurato in ore e minuti ma in trasformazioni. La pazienza dona qualità al tempo stesso, aiuta a godere della sua essenza più preziosa e profonda d’innovazione”. L’artista ha osservato l’evoluzione delle sue opere in nuce, in continua trasformazione, secondo il susseguirsi delle stagioni, degli agenti atmosferici che hanno plasmato la materia imprimendo la loro presenza come in una sindone del tempo. Vecchi tessuti di lino e vecchie lenzuola con un loro vissuto di famiglia sono lasciati in campagna all’aperto, per un anno, adagiati su lastre di ferro, insieme ad attrezzi agricoli e vari oggetti in disuso. Il ferro, materiale povero ma con un forte richiamo simbolico, anticamente considerato di origine meteoritica, testimonia il forte legame tra il cielo e la terra. I teli si arricchiscono, casualmente, di elementi naturali, foglie portate dal vento, erba, terra, insetti; accolgono la rugiada, la pioggia, la neve e il sole, in attesa che, attraverso la ruggine, rimangano impressi segni di memoria e di rinascita

In occasione dei 10 anni dalla nascita del progetto IN EXTREMIS (bodies with no regret) del fotografo Sandro Giordano | Remmidemmi, una mostra ironica e irriverente racconta un mondo in caduta libera.

Dopo tre anni di assenza dalla scena artistica, con alle spalle quasi 200 fotografie che raccontano un’umanità varia e disarmante, Sandro Giordano in arte Remmidemmi torna sul palcoscenico dell’arte con una mostra ospitata a Roma alla Strati d’Arte Gallery, prima tappa di un progetto ambizioso costituito da una serie di eventi volti a raccontare al pubblico 10 anni di creatività caratterizzata da contenuti di una attualità bruciante. La mostra, curata da Gina Ingrassia, prevede l’allestimento di circa venti fotografie e la presentazione dell’ “opera libro”, un volume di pregio in edizione limitata a 500 copie, firmate e numerate, pensato per collezionisti e amatori, contenente all’interno una fotografia originale firmata, anch’essa in edizione limitata e proposta in cinque possibili varianti.

Intorno alla mostra, oltre al vernissage,  due sono gli eventi calendarizzati che si svolgeranno alla presenza dell’autore, tuttavia, incontri con l’artista sono previsti anche durante i giorni infrasettimanali con eventi a sorpresa e azioni performative.