STRATI D'ARTE GALLERY

GIUSEPPE FUCSIA

VISUAL ANTHROPOLOGY

6 - 18 LUGLIO 2023

Apre a Roma, giovedi 6 luglio 2023 dalle ore 19, presso la Strati d’Arte Gallery, la mostra personale “Visual Antropology di Giuseppe Fucsia,  a cura di Sveva Manfredi Zavaglia.

 L’artista, conosciuto nell’ambito artistico internazionale, ha creato una mostra dal titolo: Visual Antropology, un anteprima del suo libro monografico di cui avrà lo stesso titolo.

 

La consacrazione dell’artista Giuseppe Fucsia, a seguito delle sue mostre nel Lazio e dell’opera presente nella Collezione di Poste Italiane, arriva a Roma attraverso tanto studio, passione, azione e libertà intellettuale.

“Le opere del maestro Giuseppe Fucsia in mostra sono ritmo e gestualità in piena libertà nell’astrattismo espressionista che crea con sensazioni ed emozioni profonde mentali, emotive e visive del suo stile unico e della sua ricerca, con un altissimo tecnicismo, come afferma la curatrice. Negli ultimi quarant’anni si è dedicato alla propria ricerca antropologica raggiungendo un consenso generale con un’impronta dell’uso dei media visivi sempre avanti nel tempo. L’utilizzo delle varie tecniche con metodi etnografi contemporanei visivi come la pittura e i media in legame continuo. Le sue opere d’arte seguono temporalmente la sua ricerca e l’analisi del materiale.  L’archeologo Steven Mithen definisce l’arte come un insieme di “artefatti o immagini con significati simbolici come mezzo di comunicazione“. Attraverso il suo potere comunicativo, infatti, l’arte di Fucsia ci insegna a seguire le tracce del nostro passato e le nostre radici come narrazione dell’esprimersi, del fare e del compiere, attualizzando ciò che esiste. In ogni intervento pittorico il maestro Fucsia ha potuto, nel tempo, trasportarci emozioni estetiche con un occhio soci-culturale d’avanguardia del momento e del reale, decostruendo schemi e ricreandoli propri, seguendo i cambiamenti sociali per farci riflettere sul nostro tempo che viene caratterizzato da continui grandi cambiamenti d’innovazione”.

Le opere in mostra di Giuseppe Fucsia a Roma presso la Strati d’Arte Gallery nascono dalle nostre radici e sono espressione di un determinato atto performativo del maestro realizzato con ritmo, gestualità e libertà, nell’esplosione dell’astrattismo creato con tanta ricerca e studio. Negli ultimi trent’anni, infatti, l’artista si è dedicato alla sua ricerca antropologica raggiungendo un consenso del grande pubblico con un’impronta dell’uso dei media visivi.

In mostra possiamo ammirare opere dalle tecniche varie e metodi etnografi contemporanei visivi come la pittura in legame continuo con l’arte digitale attraverso lo studio di materiali e sovrapposizioni.

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L’archeologo Steven Mithen definisce l’arte come un insieme di “artefatti o immagini con significati simbolici come mezzo di comunicazione”(1999) cosi attraverso il potere comunicativo, l’arte di Fucsia ci insegna a seguire le tracce del nostro passato.

Come in un racconto onirico, con uno sguardo sempre al futuro ed attualizzando ciò che esiste, il maestro Fucsia ci trasporta nel tempo attraverso emozioni estetiche soci-culturale d’avanguardia, decostruendo schemi e ricreandoli propri, seguendo i cambiamenti sociali nel nostro tempo.

La sua arte, ammirandola dall’esterno, è capace di donarci grande musicalità, dal colore che va oltre l’espressione visiva tra la macro nel micro. Osserviamo tratti, gestualità e luce sfuggevole tra i colori a strati sulle sue tele o nelle carte. Opere che sono azioni spontanee in cui ci descrive dei puri sentimenti intimi e concetti astratti tipici della cultura visiva.

Una pittura presente in mostra che vive nelle nostre radici, atto performativo dell’esprimersi e del fare, riconoscendosi dentro, proponendoci il suo pensiero filosofico attraverso la sua forza spirituale. L’artista gioca in un rapporto di spazio-campo, riempie il proprio mondo attraverso metodi e tecniche propri performando nuovi equilibri d’immagini. Le sue opere sono segni di testimonianza storica dell’artista stesso ecco perché la sua antropologia visuale si inserisce nel quadro delle scienze: demo-etno-antropologiche. Evolvendoci nella cultura visiva, mostriamo al mondo il nostro rappresentarci e l’immenso spazio galattico come in un microcosmo si centra nelle strutture simmetriche dell’opera stessa. Lo stato emotivo segue le emozioni più profonde, come se la mente umana danzasse intorno al nostro centro sferico, catturando nell’inconscio il nostro nuovo viaggio visivo apprezzando tutto nei dettagli.